
“Io, performer. Siamo dipendenti da performance?” di Giacomo Prati
Leggere questo libro è stato come guardarsi allo specchio: un’esperienza che, pur essendo a tratti scomoda, mi ha portato a riflettere su quanto la dipendenza dalle performance influenzi la vita quotidiana. Non si tratta di un romanzo con personaggi, ma di un saggio che ha un protagonista ben chiaro: noi, esseri umani intrappolati in una società ossessionata dal fare, dall’apparire, dal produrre.
Il testo è strutturato in capitoli brevi ma densi, con uno stile diretto e riflessivo, quasi confessionale. L’autore non si limita a criticare questa ossessione moderna, ma analizza con lucidità come il desiderio di performare sia ormai una necessità interiorizzata. Una frase mi è rimasta particolarmente impressa: “L’ansia di dimostrare il nostro valore non è altro che una fuga da noi stessi.” Leggendola, mi sono fermato a pensare a quante volte, nella mia vita, ho cercato conferme attraverso risultati, senza godermi il processo.
Prati collega il fenomeno a vari ambiti, dalla carriera al mondo social, e lo fa intrecciando riferimenti filosofici e psicologici. A tratti, ho trovato la lettura impegnativa, specialmente nei passaggi più teorici, ma il messaggio è sempre chiaro. Seppur corto, non è un libro che si legge rapidamente, ma che richiede tempo per riflettere.
Personalmente, l’ho letto in un momento in cui mi sentivo schiacciato dagli impegni, e forse proprio per questo mi ha colpito tanto. Dunque è un libro che consiglio a chiunque si senta stanco di dover sempre dimostrare qualcosa, ma anche a chi vuole capire meglio le dinamiche della nostra società.
Non è una lettura leggera, ma lascia qualcosa: una voglia di rallentare, godersi il momento e di prendersi il tempo per essere, più che fare.
Recensione a cura di Paschal Adedayo, Liceo Scientifico Belfiore (MN)