
“One More Time” di Luca Casadei
Leggere One More Time di Luca Casadei è stato come sedersi a un tavolo con un amico che non vedevo da tempo, disposto a raccontarmi senza filtri le sue riflessioni sulla vita, il successo, i fallimenti e la continua ricerca di senso. L’ho letto molto velocemente, perchè lo stile di Casadei sembra trascinarti in una conversazione.
La trama non segue uno sviluppo tradizionale; è un flusso di pensieri che vanno attraversando episodi, ricordi e incontri significativi. Nel libro si ha un pensiero che si può riassumere dicendo che non c’è una grande conclusione nella vita, solo il costante tentativo di rialzarsi, una volta in più di quante si sia caduti.
Alcuni passaggi mi hanno colpito per la loro brutalità emotiva, come quando Casadei racconta l’impatto devastante di certi momenti di perdita. Questi sono molti importanti per capire i pensieri delle persone intervistate ma anche dell’intervistatore. Questo è il modo migliore infatti per avere un messaggio semplice, intendibile ma anche rapido che non vada a prendere tempo alle domande.
La mia esperienza di lettura è stata positiva: ho apprezzato l’onestà dell’autore, e ho anche trovato come il ritmo, a volte frammentato, desse modo a tutti di entrare nelle diverse storie e potesse immaginarsi e ambientarsi. Alcune frasi mi sono rimaste impresse, come questa: “Il fallimento non è la fine, è l’inizio di un nuovo capitolo, se scegli di scriverlo.” Una riflessione semplice, ma potente che riassume perfettamente i pensieri che ognuno dovrebbe fare dopo un fallimento, che possa trattarsi di voti o nel lavoro.
One More Time è un libro che parla a chi è disposto a fare i conti con le proprie vulnerabilità. Lo consiglierei a chi ama le narrazioni biografiche, le riflessioni motivazionali e i temi legati alla crescita personale, ma non a chi ama i libri romanzati con una trama ben strutturata. Per me, è stato capace di riflettere domande che avevo dentro aiutandomi anche a pensare a come con le nostre azioni siamo artefici del nostro destino.
Recensione a cura di Andrea Ferro, Liceo Scientifico Belfiore (MN)