LA STORIA, le Storie

LA STORIA, le Storie raccoglie le conferenze e i percorsi di studio curati da GianCarlo Malacarne e realizzati in collaborazione con la Biblioteca Comunale “F. Messora” di Gonzaga.

GianCarlo Malacarne, storico e giornalista, direttore della rivista d’arte, storia e cultura “Civiltà Mantovana”; collabora con giornali, riviste e pubblicazioni di carattere storico. Apprezzato conferenziere, ha partecipato a convegni e seminari di studio in Europa e negli Emirati Arabi; ha curato l’allestimento delle mostre araldiche nel Palazzo Ducale di Sabbioneta (1992) e nel Palazzo Ducale di Mantova (1993); oltre alle rassegne Gonzaga – I volti della storia (Museo Diocesano Francesco Gonzaga, 2015) e Mantova delle Acque (Mantova, Museo della Città Palazzo di San Sebastiano, 2017). Nel 2004 gli è stato assegnato il Primo Premio Nazionale “Orio Vergani” dell’Accademia Italiana della Cucina per il libro Sulla mensa del Principe. Nel 2020 si è aggiudicato il premio nazionale “Mario Soldati” con il libro Rituali e ricette della tradizione dolciaria mantovana – Sfumature di piacere. Nel 2022 ha vinto il Virgilio d’Oro della Città di Mantova con la seguente motivazione: “Raffinato narratore e indomito studioso di documenti. A lui si deve una conoscenza approfondita e puntuale della storia dei Gonzaga, osservati durante i secoli nei loro aspetti più quotidiani e familiari: dalla passione per i cavalli alla caccia, fino alle feste e ai vestiti. Lo studio del cibo e dei singoli alimenti che si trovavano sulla mensa del principe è una delle sue grandi passioni, così come lo è l’araldica e la simbologia che essa nasconde”.

GianCarlo Malacarne, 2023 (Santuario Beata Vergine Maria delle Grazie)

I Gonzaga: una saga infinita tra mito e storia

I corradi da Gonzaga: ascesa di una dinastia

Una famiglia gonzaghese si affaccia sugli impervi cammini della storia nel XIV secolo. La saga dei Corradi da Gonzaga incomincia nel sangue, passando tra venture e sventure, guerre e trattati di pace, odio e infiniti rancori, stimolanti stagioni politiche e alleanze che, complessivamente, costruiranno la storia non soltanto mantovana ma italiana. Un tempo oscuro pervaso da travolgenti passioni e contrastanti sentimenti che, alla fine, porteranno la famiglia sulla vetta del Sacro Monte.

I protagonisti della Mantua felix: l’esplosione del Rinascimento

Quello che viene arbitrariamente definito “il tempo buio del Medioevo”, lascia il passo all’incedere di un Rinascimento carico di profumati effluvi, di arte, spettacolo, musica, letteratura. La nuova stagione tuttavia non affranca i dominanti da severe lezioni e da gravi problematiche. Ludovico II, Isabella d’Este, Federico II illuminano la scena culturale italiana, ma il piccolo marchesato mantovano, per la bramosia delle grandi potenze, si rivela sempre in pericolo di perdere la propria identità.

Alla corte di Federico II: luci e ombre di un protagonista

Un protagonista della storia gonzaghesca che tra luci ed ombre si svela come personaggio di nulle qualità politiche, dedito al vizio e al piacere, che si macchiò del più vile dei tradimenti nei confronti di Papa Leone X che lo aveva nominato generale delle armate pontificie. Lasciò morire Giovanni delle Bande nere; fece uccidere il marito della sua amante; ebbe vicende matrimoniali da operetta; accantonò la madre Isabella d’Este che pur in qualche occasione lo salvò dal disastro. Ebbe il grande merito di far erigere Palazzo Te per l’amante Isabella Boschetti e l’appartamento di Troia in Palazzo Ducale. Carlo V lo innalzò alla dignità di duca dell’Impero per ripagarlo del suo tradimento.

Sub umbra alarum tuarum: i Gonzaga duchi dell’Impero

Nel 1530 i Gonzaga acquisiscono il titolo ducale loro concesso dall’imperatore Carlo V. Le antiche libertà comunali, già parzialmente perdute con l’avvento del marchesato, si sciolgono definitivamente nell’altisonante titolo di ducato dell’impero che il mantovano registra dal 1432. Il vassallaggio all’imperatore è completo e oltremodo vincolante. La storia della famiglia si fa sempre più complessa; guerre, alleanze, politica e cultura sono le chiavi di volta di una stagione di splendori e parimenti di grandi sofferenze.

Vincenzo I Gonzaga: la follia e la grandezza di un principe

Vincenzo I Gonzaga fu protagonista “estremo” della storia gonzaghesca. Colto, intelligente, amante delle arti seppe costituire un patrimonio artistico ineguagliabile. La sua smodata propensione al piacere e alle donne lo portò a spendere nella sua vita venti milioni di monete d’oro. Lasciò una traccia incancellabile tuttavia degna di memoria, anche per quanto attiene il profilo araldico, ricco di suggestioni.

Sangue e tradimenti: morte di una dinastia

Tanto velocemente la dinastia era stata innalzata ai fasti dei potentes, tanto velocemente la discesa si rivela inevitabile quanto disastrosa. La fine della linea di sangue primogenita determina l’avvento del ramo cadetto dei Gonzaga-Nevers, invisi all’impero. Tutto si trascina stancamente e nelle difficoltà economiche; ciò fino al 1630, quando le tremende armate lanzichenecche, conseguentemente alla guerra di successione, pongono al sacco Mantova, devastandola e violentandola. Tutto poi si ricompone, ma mai più la città risorgerà da quella disfatta.

Follia e stupore del convivio: a tavola con i Gonzaga

La questione alimentare va di pari passo con quella spettacolare. Il banchetto non esprime il tempo della ristorazione, della refezione, bensì quello spumeggiante della festa e, in qualche occasione, della crapula. I passaggi che si intersecano nella favola conviviale narrano di una dimensione che va oltre la terrestrità per proiettarsi sul Monte Olimpo e in un improprio ambito politico, che innalza il principe al rango di divinità. Il tutto incardinato nella più sfrenata dimensione di piacere.

Araldica gonzaghesca: la storia attraverso i simboli

I simboli esprimono la componente misteriosa della storia. Essi raccontano la vicenda di cui sono parte significativa e dalla quale vengono generati, ma…. bisogna saper leggere, ovvero penetrare il mistero di una rappresentazione che non è mai casuale, ma scandita da regole che in definitiva sciolgono il dubbio e rivelano l’immagine più nitida e prossima al momento storico, all’origine, ad una concessione, a un imparentamento. Dunque simboli e relativo significato che si stemperano in una congerie di immagini e di colori dai quali non è dato prescindere. 

Immagini:

Andrea Mantegna, Ludovico II Gonzaga (dettaglio dalla Camera degli Sposi, Palazzo Ducale, Mantova), 1465-1474

Tiziano Vecellio, Ritratto di Federico II Gonzaga, 1529 .ca

Peter Paul Rubens, Ritratto di Vincenzo I Gonzaga, 1600

Tre donne per una storia

Agnese Visconti: sesso, sangue e tradimenti

Il XIV secolo si chiude con uno dei più crudeli e misteriosi episodi della storia gonzaghesca. Il sesso e i tradimenti costituiscono l’ossatura di questa storia grama, infarcita di menzogne, che si distende su una ragion di stato volta a fagocitare qualsiasi sentimento, qualsiasi verità. La storia ci consegna una commedia recitata male, nella quale il sipario cala su un sangue forse innocente.

Barbara Hohenzollern: il potere e la virtù

Il senso profondo di una stagione vissuta nel nome di accordi politici che non tengono in considerazione i sentimenti bensì le necessità dinastiche e il governo. La “tedesca” entra bambina in un gigantesco puzzle senza conoscere nessuna delle tessere che lo compongono; tuttavia la sua forza e il senso dello stato suppliranno a queste mancanze, concorrendo nei fatti alla creazione di quella Mantua felix che con Ludovico II Gonzaga si affermerà nell’universo delle corti italiane.

Isabella d’Este: senza speranza, senza timore

La marchesana di Mantova brilla di luce propria nel firmamento gonzaghesco. La primadonna del Rinascimento esercita nel contesto storico italiano un ruolo imprescindibile di straordinari contenuti, politici, letterari, artistici. Ma anche a lei non saranno risparmiati il dolore, l’umiliazione, i tradimenti. Perfino la morte la coglierà due volte, allora e ancora oggi, a testimoniare la stupidità e l’indifferenza che governano il tempo che ci è stato dato da vivere.

Immagini:

Andrea di Bonaiuto, I genitori di Agnese Visconti, Bernabò Visconti e Beatrice della Scala (dettaglio da La Chiesa militante e trionfante, Basilica di Santa Maria Novella, Firenze), 1365-1367

Andrea Mantegna, Barbara Hohenzollern (dettaglio dalla Camera degli Sposi, Palazzo Ducale, Mantova), 1465-1474

Tiziano Vecellio, Ritratto di Isabella d’Este o Isabella in nero, 1536

Tradizioni e superstizione: viaggio nei riti ancestrali delle popolazioni mantovane dell’Otto e Novecento

La notte di Halloween: misteri, leggende e suggestioni di una inossidabile tradizione mitteleuropea

L’analisi di una ricorrenza festosa che affonda le radici nelle ritualità celtiche più lontane, caricandosi di un pathos di grandi contenuti, tuttavia obnubilata dalla componente pagana che guarda a mostri e zombi non facenti parte della tradizione, che invece celebra la festa dei santi e dei morti in una dimensione di terrestrità particolarmente suggestiva.

Io porto la gioia: i rituali di attesa, nascita e battesimo nelle plaghe rurali mantovane

Nelle nostre campagne e territori vengono affrontati i rituali dell'”attesa” che permeano la famiglia contadina, della successiva nascita e cerimoniali del Battesimo, in un tripudio di eventi che costituiscono intorno al nuovo nato un baluardo difensivo e insieme sviluppano adesioni a un dettato di tradizione di notevoli contenuti demologici.

La notte di San Giovanni. Nei meandri dei riti solstiziali: rugiada, afalò e magici intrugli

Tra le quattro notti numinose dell’anno quella di San Giovanni è forse la maggiormente “magica” e satura di quel fascino oscuro che permea il sostrato culturale e religioso che un tempo registrava la massima adesione delle popolazioni contadine del Mantovano. La suggestione di misteri della notte e della rugiada della notte dedicata al santo.

Immagini:

Erbari illustrati della Biblioteca dell’Orto Botanico di Padova

Altre conferenze

Il lutto e il nero: rituali e dinamiche della morte tra Medioevo ed Età Moderna

Tra Medioevo ed Età Moderna, funerali e pompa correlata sviluppano una “teatralità” che ha lo scopo di proiettare il Potens nell’universo della società aristocratica che si nutre di effimero e suggestioni. Le esequie, gli apparati, le processioni che scaturiscono dal transito dei potentes rientrano nell’ambito di espressioni artistiche che la corte ha da tempo immemorabile codificato, finalizzandole a un contesto di relazioni e prestigio dinastico. Il “trapasso” è un palcoscenico dove si procede all’ultima omologazione, che nel momento della morte colloca il Principe alla stregua del più umile tra i servi. Egli attraverso la “pompa del lutto” legittima la sacralità del suo ruolo e lo stretto rapporto con la divinità.

Miracoli e misteri: la Madonna del pianto di Gonzaga

La stracca ma esaltante vicenda qui narrata emerge prepotente da una silloge documentaria di straordinaria importanza, troppo a lungo rimasta occultata in un archivio che soltanto parzialmente aveva in passato larvatamente rivelato elementi d’interesse in relazione ad un prodigio avvenuto nella canonica di Gonzaga oltre duecento anni or sono, cui fecero seguito presunti miracoli. Eventi, ingannevoli parole, fatti e accadimenti, sono proposti nelle pagine che un’appassionata ricerca contemplano, le quali rivelano quanto indifferenza, stupidità e protervia potessero esercitare una sorta di incontrastato dominio.

La questione sessuale dal XV al XVII secolo: dinamiche e deviazioni

La sessualità è tema cruciale della vita individuale e collettiva, elemento di relazione e comunicazione. Già i secoli del Medioevo e del Rinascimento registrarono l’ambivalenza tra vocazione libidica personale e repressione normativa collettiva; la Legge e la Chiesa, da punti di osservazione differenti, concretizzarono un autentico fenomeno sociale il quale, senza distinzione di classe, sviluppava temi anche aberranti afferenti la morale. L’incontro presenta un contesto documentario di straordinario rilievo.

L’adulterio nel Medioevo e nel Rinascimento: un fenomeno sociale

L’adulterio: un fenomeno che coinvolge non soltanto il ceto aristocratico, ma tutta la società civile. La disamina dei documenti svela retroscena particolarmente crudi e violenti e un’adesione di fondo a un modello culturale e legislazione che puniva quasi sempre soltanto la donna, vista soltanto come “esca del demonio”, e comunque sempre protagonista nel bene e nel male.

Monstrum: la “via oscura” tra storia, superstizione e immaginario collettivo

Il terrifico concetto di Monstrum fu accomunato a quello di Prodigium o di Portentum. Si riteneva che la creatura mostruosa, sviluppatasi contro l’ordine naturale e divino, rinviasse solo ad anomalie fisiche. Prendendo in esame una suggestiva documentazione estrapolata dagli archivi, osserveremo come Medioevo e Rinascimento elaborassero forme di “mostruoso” che superavano il concetto scientifico, e nello stesso momento in cui tentavano di definire una posizione credibile del monstrum, finissero per collocarla nella evanescente sfera del mito.

La Mitologia negli Stemmi Mantovani

Le insegne araldiche sono parte integrante dell’universo di simboli e simbolismi nel quale ci troviamo spesso inconsapevolmente inseriti, pur se riferite a un lontano passato. Ad esse sono affidate le ragioni propositive di un concetto di natura prettamente cavalleresca volto a porre in luce gli elementi distintivi di una famiglia, di una dinastia, di un singolo evento.

Immagini:

Tiziano Vecellio, Amor sacro e Amor profano, 1515 .ca

William Dyce, Francesca da Rimini, 1845

Giulio Romano, volta della Sala dei Giganti (Palazzo Te, Mantova), 1532-1535