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Recensione del libro del mese di marzo 2025

Simone De Beauvoir é un’icona del novecento.
Saggista, scrittrice, insegnante, filosofa e soprattutto pioniera del femminismo e dell’emancipazione femminile. E ovviamente quando si legge una sua opera non si può prescindere dalla sua vita.
Nella raccolta di racconti “Una donna spezzata”, conosciamo tre donne, colte in un momento di crisi per motivi del tutto differenti. Appartengono al mondo borghese, lo stesso a cui appartiene l’autrice, che raccontando le loro storie è come se le “accusasse” di non essere state capaci di vivere la loro vita al di là del ruolo di madri e di mogli.
Sono donne che non sono state in grado di costruirsi un’autonomia economica e culturale, sia che si tratti della casalinga del primo racconto, che dell’intellettuale del secondo o di quella che sembra essere la vera donna spezzata delle tre, quella del terzo monologo, lacerata da un dolore che grida al mondo intero.
Un libro pubblicato più di cinquant’anni fa ma che ancora risulta essere molto moderno, al punto da aver saputo creare un interessante confronto tra noi al di là dell’averlo apprezzato o meno.
Il romanzo è stato abbastanza divisivo, a dimostrazione del fatto che ognuno di noi cerca nella lettura qualcosa di diverso.
Chi ama romanzi “di trama” ha trovato le storie lente e un po’ pesanti, perchè sembra non succedere niente: qui la trama è costituita dallo scavo psicologico nella vita di queste donne “spezzate”, in cui l’autrice si dimostra maestra.
Il libro ha comunque fatto emergere sentimenti di “rabbia” molto forti anche in chi non lo ha del tutto apprezzato, a dimostrazione del fatto che ha saputo toccare delle corde molto intime.
E l’autrice, oggi come ieri, è sicuramente riuscita nel suo intento: creare dei personaggi per mostrare alle donne “come non devono essere”.
“Ma so che mi muoverò. La porta si aprirà lentamente e vedrò cosa c’è dietro. C’è l’avvenire. La porta dell’avvenire sta per aprirsi. Lentamente. Implacabilmente. Io sono sulla soglia. C’è soltanto questa porta e ciò che v’è nascosto dietro. Ho paura. E non posso chiamare nessuno in aiuto. Ho paura”
Recensione a cura di Lorella Cantusci