Libro: Siamo cattive, Stefania Gatti (Piemme, 2022)

Canzone: Bad, Michael Jackson

Film: Suffragette (2015) o Magdalene (2002)

Nolite te bastardes carborundorum.

Questa citazione è presa da “Il racconto dell’ancella”, romanzo cult di Margaret Atwood che reputo uno dei miei libri preferiti in assoluto. Ho volutamente citato questo romanzo perché leggendo “Siamo cattive” di Stefania Gatti, recentissimo romanzo edito da Piemme, ho provato parte delle emozioni che anche il romanzo della Atwood mi ha suscitato. La frase pseudolatina significa “non lasciare che i bastardi ti schiaccino”, è diventata negli ultimi anni a tutti gli effetti uno slogan che rivendica i diritti delle donne e di chiunque sia ingiustamente oppresso.

Anche in questo romanzo la protagonista, Ophelia, cercherà di non farsi abbattere da tutti coloro che cercheranno di prevaricare su di lei. Un romanzo, quello della Gatti, che prende spunto da un fatto realmente accaduto e che giunge al suo epilogo solo nel 1996: le Magdalene Laundries o Case Magdalene sono stati degli istituti sorti in Inghilterra e Irlanda nel 19° secolo, con lo scopo iniziale di riabilitare le donne che avevano lavorato come prostitute. Con il passare del tempo, però, questo obiettivo cambiò rotta, e i provvedimenti presi nei confronti di queste donne crebbero di crudeltà. Nella maggior parte di questi istituti femminili le donne erano trattenute contro la loro volontà, grazie alla complicità dei familiari, preoccupati di mantenere integro l’onore e la reputazione della famiglia. Per evitare pubblico scandalo le giovani erano condotte in questi conventi amministrati dalla Chiesa cattolica e diretti da suore, con l’intenzione di far espiare loro quelli che erano comunemente considerati peccati gravi. Anche l’essere avvenente o troppo “brutta” erano alcune delle cause per cui si decideva di affidare le ragazze a questi luoghi. È stato calcolato che circa 30.000 donne furono ospitate nei circa 150 anni di storia. L’ultima Casa Magdalene è stata chiusa, pensate, nel 1996.

Ophelia viene additata dalla matrigna come una poco di buono per aver sedotto uno dei figli, quando invece è proprio lui ad aver cercato di abusare di lei. Ophelia però non viene creduta, nemmeno dal padre; pensando di iniziare finalmente una scuola dove studiare, la protagonista viene raggirata e portata in uno di questi istituti, dove incontra una realtà che cercherà di toglierle tutto, a partire dal nome. Il processo di spersonalizzazione avveniva cambiando difatti il nome della persona (difatti da questo momento Ophelia verrà chiamata Gioele), e facendole indossare un “vestito” marrone sformato: questo lo ritroviamo appunto anche nel racconto dell’ancella, dove le ancelle perdono il loro nome e vengono chiamate “Di+nome del comandante a cui sono state assegnate” e portano addosso un vestito di colore rosso.

Stefania Gatti, “Siamo cattive” (Piemme, 2022)

Le condizioni in cui le “ragazze cattive” dovevano vivere erano aberranti: il bagno veniva fatto solo una volta alla settimana nella stessa acqua (povere coloro che si sarebbero lavate per ultime), la qualità del cibo era pessima, non era possibile parlare, era solo consentito lavorare fino a perdere le forze. Azioni correttive, dicevano. Azioni che, dopo un certo periodo di tempo, ti portano alla follia.

Ma Ophelia non molla, e cerca di fuggire. La prima volta, senza successo (e per questo viene punita severamente), la seconda… beh, ora tocca a voi leggere il romanzo per saperne di più.

And the whole world has to answer right now
Just to tell you once again
Who’s bad?

Lo chiamavano il Re del Pop. Michael Jackson è stato (e sempre sarà!) uno dei maggiori esponenti del genere musicale più mainstream, proprio perchè POP proviene da POPULAR, ovvero popolare, del popolo. Negli anni ‘80 in particolare, Jackson, prima insieme ai fratelli, i Jackson 5, e poi come singolo, ha spopolato e raggiunto i vertici di tutte le classifiche. Pensate quanto è ancora famosa la sua “Thriller”, oppure “Billie Jean” oppure… “Bad”, che tradotto significa proprio “cattivo”.

Jackson disse di questo brano: «Bad è una canzone riguardante le strade. Riguarda i ragazzi provenienti da un brutto quartiere che frequentano una scuola privata. Il protagonista torna da scuola per le vacanze e alcuni ragazzi cominciano a dargli problemi. Lui canta “I’m bad, you’re bad, who’s bad, who’s the best?” Lui sta cercando di dire che quando sei forte e sei buono, allora sei “bad”». Quest’ultima frase ci fa proprio tornare al romanzo della Gatti, poiché Ophelia ha una forte personalità e di fatto è una brava ragazza, additata cattiva dagli altri.

Se volete scoprire di più sulle Magdalene Laundries, un film in particolare vi farà conoscere le vicende di quelle ragazze e donne maltrattate perché additate come diverse, come soggetti da cui mantenersi lontani e da correggere. Parlo di “Magdalene”, film del 2002 scritto e diretto da Peter Mullan. Un film che vinse il Leone d’oro e che fu una chiara denuncia verso questi istituti. Un film duro da non vedere a cuore leggero. Il film che invece vorrei collegare è “Suffragette”, film del 2015 di Sarah Gavron, con Carey Mulligan, Helena Bonham Carter, e -tra le altre- Anne-Marie Duff, che anni prima era stata una delle protagoniste proprio in “Magdalene”.

Sappiamo tutte/i chi sono le suffragette e che cosa hanno fatto per le donne. Rappresentano la conquista di parte dei diritti femminili, in particolare quello del voto. Sono state donne che lavoravano nelle lavanderie (il collegamento vien da sé) e che si sono ribellate. Donne che hanno deciso che non si sarebbero più fatte mettere i piedi in testa, che sicuramente al tempo sono state additate come “cattive”. Anche se la parità dei sessi è ancora lontana, alle suffragette dobbiamo molto, e oggi come allora se qualcosa non ci sta bene, dobbiamo alzarci in piedi e dire la nostra. Così concludo, ricollegandomi alla frase iniziale del post: ragazze, non lasciate che i bastardi vi schiaccino. Mai.