Ciao sono io: The black mamba

Poco prima che la pandemia di Covid-19 travolgesse tutto il mondo, un’altra tragedia aveva sconvolto le coscienze di milioni e milioni di persone in tutto il pianeta, la prematura morte dell’ex giocatore di basket Kobe Bryant, avvenuta il 26 gennaio 2020 a seguito di un incidente con il proprio elicottero. Aveva 41 anni. Con lui morirono altre otto persone: la figlia 13 enne Gianna, John Altobelli 56 anni, allenatore della squadra di baseball dell’Orange Coast College che era in volo assieme alla moglie Kary e alla figlia Alyssa, Christina Mauser, assistente allenatrice della squadra femminile della Mamba Academy, Ara Zobayan, pilota dell’elicottero, Sarah e Payton Chester, madre e figlia, quest’ultima 13enne, amici di famiglia.

Bryant è uno di quegli sportivi iconici, conosciuti in tutto il mondo indipendentemente dal praticare il suo sport. e la sua carriera è ritenuta una delle migliori nella storia dello sport professionistico. Tra i suoi successi vi sono le due medaglie d’oro vinte alle olimpiadi di Pechino 2008 e Londra 2012 e i cinque titoli Nba con i Los Angelese Lakers. Tra i suoi record vi sono invece essere stato il più giovane giocatore dell’All Star Game (19 anni e 175 giorni) l’8 febbraio 1998, il più giovane giocatore ad avere vinto lo Slam Dunk Contest (18 anni e 175 giorni) l’8 febbraio 1997 ed essere il miglior realizzatore di sempre dei Los Angeles Lakers.

Quando si è una stella dello sport a livello mondiale, si può dividere il mondo dell’editoria tra pre e post  morte, e anche nel caso di Bryant, che si ritirò dal campo il 13 aprile 2016, è stato così.

Prima della sua morte in Italia si trovano due volumi ‘Showboat, la vita di Kobe Bryant’, scritto da Roland Lazenby, che già aveva scritto la biografia di Michael Jordan e soprattutto ‘The Mamba Mentality’, scritto dallo stesso Bryant e arrivato in Italia nel 2018 con Rizzoli. Un volume in cui la parte fotografica ricopre un ruolo fondamentale al pari del testo.

Successivamente alla morte, sempre nel nostro paese, sono stati stampati ben cinque libri sull’asso del basket. Tra loro val la pena soffermarsi su ‘Il mio amico Kobe’, pubblicato da Baldini + Castoldi nel 2022 e scritto da Christopher Ward. Un libro importante per i lettori italiani, perchè scritto da un amico d’infanzia e non da un giornalista. Un’amicizia che risale all’infanzia, nata durante il periodo in cui la leggenda del basket Nba visse in Italia, in anni che influirono sulla sua formazione e sul suo carattere. Non ci sono dunque statistiche o tecnicismi. Non è quel tipo di libro. Ci sono invece pagine sul lato più umano di un campione, troppo spesso innalzato a intoccabile: l’arrivo di Kobe a Reggio Emilia grazie all’ingaggio di suo padre nella Pallacanestro Reggiana, l’ingresso nella squadra giovanile, la rivalità sportiva con Ward, gli incontri da adulti con guardie del corpo al seguito e limousine ed infine il vederlo allo Staples Center di Los Angeles, in mezzo a 20 mila persone che cantano il suo nome, durante la sua ultima stagione da giocatore.

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