Maia è un’adolescente introversa segnata dalla scomparsa della madre che non ha mai praticamente conosciuto e della quale in famiglia non si parla mai.
Maia si sente un’estranea ovunque: in casa, in famiglia, ma soprattutto con quelle che considera le proprie amiche. Infatti si domanda spesso cosa sia l’amicizia, ma si domanda anche cosa sia l’amore e tutto questo accade in un’età in cui cerca di capire le proprie emozioni, i primi timidi approcci con i ragazzi, che però la fanno sentire diversa dai propri coetanei. Maia allora si rifugia nelle storie bizzarre, custodite nel suo paradiso delle cose pensate, che la sua mente crea partendo da tre o quattro parole ed è così che costruisce il riparatore di sogni.
Tutto però cambia quando la professoressa le assegna Sebastiano come compagno per una ricerca, un ragazzo diverso dagli altri proprio come lei, introverso, preso di mira dai compagni di classe. Tra loro nasce amicizia sincera, i due si conosceranno e troveranno il coraggio di aprirsi l’uno con l’altra, e questo porterà lui a mostrarle un segreto per il quale è stato vittima di bullismo da bambino. Successivamente sarà Sebastiano ad accompagnare Maia in via Ortigara 7 per aiutarla a sciogliere il più grande nodo della sua vita fino ad allora e ad aiutarla a ricongiungersi con il proprio passato.
Questo libro mi ha fatto riflettere su quanto possa essere difficile vivere in un mondo dove ci si sente diversi perché i propri coetanei si comportano secondo degli standard che non ci fanno sentire a proprio agio.

“Un ponte di Therabitia”
Leslie Burke
Ava
Libro “Io sono Ava”