Uno, nessuno e centomila di Pirandello



“C’é una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. E quando stai solo, resti nessuno.”


Uno, nessuno e centomila è un’opera riflessiva, che medita sulla natura dell’identità, la percezione di sé e la follia. Il protagonista Vitangelo Moscarda, figlio di un banchiere, cerca di trovare la sua vera identità, colui che crede sia la sua persona originale. Pertanto, sceglie di esporre il suo vero sé, comportandosi in modo contrario al suo solito negli aspetti quotidiani della sua vita, rompendo le false immagini di Moscarda costruite per compiacere le persone nella sua vita esponendo, in tal modo, i suoi veri desideri più oscuri. Questo lo porta a un cammino verso la follia, la riscoperta e anche a una consapevolezza angosciata che lo accompagnerà per tutto il romanzo.

“Ma il guajo è che voi, caro mio, non saprete mai come si traduca in me quello che voi mi dite. Non avete parlato turco, no.
Abbiamo usato, io e voi, la stessa lingua, le stesse parole. Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote? Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e io, nell’accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio.
Abbiamo creduto d’intenderci; non ci siamo intesi affatto.”