Violetta detta Vetta, giornalista di viaggi in una redazione romana, si è fatta spedire dal suo capo nell’isola della sua infanzia, Carloforte, dopo aver trovato nella giacca del fidanzato una scatoletta: una scatoletta da anello di fidanzamento. Terrorizzata dalla prospettiva del matrimonio, oltre che dal tradimento di Federico con cui si erano sempre detti che mai e poi mai si sarebbero convinti a quel “mercimonio orrendo”, Vetta approda sull’isola pronta a scrivere un reportage leggero sulla tonnara e a godersi qualche giorno da sola, immersa nei colori e nei sapori che tanto le sono mancati. Il suo cicerone è Pietro, sommozzatore silenzioso e affascinante che accetta di portarla con sé durante la mattanza, dopo aver casualmente diviso con lei un piatto di “cascà”. Solo che quello che doveva essere un innocuo reportage si trasforma in un’indagine piena di misteri, dal momento in cui Vetta in mezzo ai tonni intravede il corpo di una donna e urla. Tutti sull’isola tentano di distoglierla dal cercare la verità, da Tango – lo spinone di Pietro – che sembra quasi pedinarla a Caterinetta, l’anziana proprietaria della casa in cui alloggia, che la mette in guardia dal paese che tutto sa e che se vuole nasconde.