“Surie è immobile come un pilastro della stazione. Tutti pensano di capire chi è, una sconosciuta, una fanatica, una antimoderna, un ridicolo anacronismo”. La protagonista di MADRE, il terzo romanzo di Goldie Goldbloom, si scopre incinta di due gemelli all’età di cinquantasette anni. Quando le conferma la notizia, Val, l’ostetrica che la segue osserva che per lei, rispetto alle altre donne, dovrebbe essere meno traumatico, perché ha già dieci figli e una miriade di nipoti, e quindi uno più uno meno… Ma giustamente Surie risponde che “ogni bambino è un mondo intero”. Sembrano due mondi contrapposti quelli di Val, donna americana senza figli, che si considera libera ed emancipata con i suoi capelli fluo e il lavoro all’ospedale e quello di Surie, che vive come lei a New York ma in realtà sembra abitare su un altro pianeta. La cinquantasettenne infatti è membro della comunità chassidica di Williamsburg, dove si vive in una sorta di non tempo dove si seguono le tradizioni più antiche e non esistono tv, cellulari o pc e si segue una precisa ritualità religiosa che sancisce anche i ruoli all’interno della famiglia. Dove il sesso è contemplato solo a fini riproduttivi e quindi dopo i quarant’anni non è più concepibile. Il romanzo è anche il confronto e il commuovente racconto dello stretto legame affettivo tra due donne apparentemente così diverse: “Val pensa che la fiducia assoluta della donna chassidica nei confronti del suo mondo sia inquietante. Crede davvero che basti essere madre? Non ha domande di cui desidera avere risposte? Non ha mai sperato di fuggire da quella casa che puzza di galline per andare a scoprire il mondo?”. La scrittrice australiana ci restituisce un mondo che può sembrare lontanissimo da noi ma che invece declina attraverso gli universali sentimenti che ruotano intorno alla famiglia, dall’amore e dalla passione coniugale, al senso di protezione verso i figli, anche quelli che si allontanano e sfoggiano un paio di occhiali verdi, sino al rispetto per gli anziani. Un romanzo denso, che insieme incanta e fa riflettere, che ti entra dentro e ti abita a lungo.

Simonetta Bitasi