“Taher al-Haddad non è il personaggio principale del romanzo, sebbene sia il filo di Arianna della sua trama di fondo… volevo raccontare la Tunisia degli Anni Trenta, un periodo effervescente e cruciale della nostra storia nazionale, estremamente ricca di conflitti politici e culturali. Il militante e attivista Taher al-Haddad è una delle figure emblematiche di quell’epoca. Come donna tunisina, gli sono molto affezionata”. Devo confessare che non avevo letto l’introduzione al romanzo a cura della redazione di e/o e mi sono talmente immersa nel romanzo che mi sembrava tutto vero e insieme tutto frutto di invenzione. Ma alla fine non è anche questo un merito del libro? Grazie a Leila che non solo mi ha consigliato la lettura ma mi ha fatto anche notare che è uno dei rari casi di traduzione dalla lingua originale dell’autrice senza passare da una lingua occidentale e coloniale. E Barbara Teresi riesce a restituire la sonorità e il ritmo musicale dell’arabo della grande scrittrice tunisina, capace di offrirci uno sguardo sulla recente storia della Tunisia attraverso il legame tra due famiglie benestanti che si imparentano con il matrimonio tra Zubaida e Mohsen. Così la ragazza che cresce e studia nella liberale e progressista famiglia di Ali ar Rassa’ si trova a vivere nella tradizionalista e conservatrice famiglia en-Neifer. In realtà Mohsen che ha studiato in Germania desidera una moglie istruita ma non è facile l’equilibrio con il resto dei familiari e degli abitanti della casa. Saranno alcuni di loro ad alternarsi nel racconto che prende il via da una lite scatenata da una lettera segreta intercettata e indirizzata a Zubaida che ha appena partorito il secondo figlio. Da lì si dipanano le vicende dei tanti personaggi che affollano il romanzo, dalle serve che spesso condividono i segreti e i dispiaceri delle loro padrone, sino ai giovani uomini che sembrano godere di una libertà che spesso non è tale. E intorno la Medina di Tunisi, i colori, i cibi, gli abiti più o meno tradizionali in una narrazione in presa diretta che restituisce in maniera autentica la storia e l’essenza di un paese così vicino a noi ma spesso percepito come distante.
Simonetta Bitasi