Quando ho iniziato a leggere Yellow mi aspettavo il classico romanzo di formazione che ti lascia indifferente, che non ti fa sentire il bisogno di rileggerlo. Andando avanti, ho realizzato che tutto era tranne questo. I protagonisti, Luca e Nicolò, sono così realistici e umani che ti permettono di ritrovarti nelle loro caratteristiche e nelle loro azioni, belle o brutte che siano. Lo stile di scrittura è leggero, scorrevole, e personalmente mi ha permesso di divorare il libro in pochissimo tempo.
Luca è un adolescente cresciuto povero che sogna di cantare. Nicolò un riccone, figlio di ricconi, che decide di investire su Luca. I due diventano amici, partono in tour insieme. Non immaginano che finiranno per baciarsi. E il loro bacio è la fine. Perché se Luca prende bene l’idea di essere gay, Nicolò non può. Il padre di Nicolò è un medico, che sta cercando una cura per l’omosessualità. E allora lui mente. Dice che il bacio non ha significato nulla, e va avanti come prima, fingendo di stare con un’amica di famiglia che non ama. Luca soffre, e decide di far soffrire anche Nicolò, così confessa tutto al padre di lui.
Nicolò è stanco, sempre più spento, finché, quando scopre che il padre vuole farlo curare, sceglie di smettere di provarci e si suicida. Luca continua a cantare per lui, logorato dai sensi di colpa e dai rimorsi.
Questo libro è uno di quelli che tutti dovremmo leggere almeno una volta nella vita. Di quelli che ti fanno piangere, ma che sono così veri da poter insegnare una lezione, così che qualcuno nel mondo possa avere una conclusione migliore di Luca e Nicolò.