Recensione del libro del mese di marzo 2024
Nella vita di Marcello e Natalia, coppia di intellettuali in crisi separati ma non del tutto, che si lascia vivere tra noia e rassegnazione, arrivano tre piccoli ucraini per una vacanza di risanamento. Per i ragazzi, che vivono in un orfanotrofio, queste vacanze rappresentano uno squarcio di normalità, mentre per i due adulti un momento di crescita.
Singolare e gradita la scelta dell’autrice di narrare attraverso
la voce di un uomo.
Marcello, il protagonista, è raccontato talmente bene che i bambini sembrano quasi essere solo uno strumento per il suo percorso di maturazione.
Il protagonista infatti, padre e figlio al tempo stesso, appare come Enea in chiave moderna, che fugge da Troia in fiamme con il padre Anchise sulle spalle e il figlio Iulo per mano. E questo si ricollega anche ai suoi studi su Virgilio, e al nuovo rapporto che instaura con i genitori.
Per alcuni il vero punto di forza è stata la scrittura.
Delicata, potente, trascinante, con momenti lirici di grande
intensità.
A molti però è parsa ostica e poco scorrevole.
Una storia indubbiamente ricca di spunti, ma in cui tutto rimane come sospeso, in superficie, non approfondito.
È come se venissero create aspettative tradite man mano che si prosegue nella lettura.
Ho bisogno di filtri letterari; la semplice presa d’atto della realtà mi annienta.
Recensione a cura di Lorella Cantusci