“È questo il cuore di questo libro: il mio passato, la mia gente, i miei ricordi, la mia storia”: in realtà in BAMBINA NERA SOGNA di Jacqueline Woodson, finalmente arrivato in Italia grazie a Fandango nella traduzione di Chiara Baffa, il memoir è solo il punto di partenza di un libro denso e lieve insieme, le cui storie fanno nascere via via sempre nuovi pensieri e considerazioni, sentimenti e incontri: “Allora le storie continuano a vivere / dentro la mia testa, ancora e ancora / finché il mondo reale non svanisce nella ninna nanna dei grilli / e dentro ai miei sogni”. Grazie alle parole della scrittrice americana, premio Andersen 2020, all’attivo più di 30 libri e numerose traduzioni, attraversiamo una parte di storia americana, dalla segregazione razziale alla lotta per i diritti dei neri, grazie alla storia di due famiglie, tra il South Carolina e New York, tra Sud e Nord degli Stati Uniti. Jacqueline cresce in mezzo a tante contraddizioni, a partire dall’unione e poi dalla separazione dei genitori; ma soprattutto trascorre la sua infanzia circondata di affetti e persone, dalla nonna materna seguace dei testimoni di Geova, sempre accogliente, agli insegnanti che guidano il suo talento e alla geniale sorella maggiore. E pian piano matura la consapevolezza che forse la passione per le storie farà di lei una scrittrice: “Non c’è niente di simile al mondo – una pagina bianchissima con e righe celeste chiaro. L’odore di una matita temperata / il suo dolce silenzio che finalmente un giorno si trasforma in lettere”. Così la giovane ragazzina con la testa piena di storie comincia ad osservare il mondo in cui si trova a vivere, a pensare a come funziona e soprattutto a come cambiarlo: “Vorrei scriverlo da qualche parte, che la rivoluzione è come una giostrina, e da qualche parte c’è sempre qualcuno che fa la storia. E magari per un attimo, anche noi siamo parte di quella storia”. Così BAMBINA NERA SOGNA ha il ritmo ammaliante e magico del racconto orale e insieme il potere rivelatore e salvifico della grande letteratura.

Simonetta Bitasi