“Questo libro non vuol essere un saggio sulla lettura né tantomeno sulla letteratura, ma una sorta di memoir, una galoppata tra i ricordi, una serie di riflessioni a ruota libera sui libri che in epoche diverse sono entrati nella mia vita e l’hanno influenzata. Considerato che a sette anni già leggevo correntemente e sto per compierne ottanta, un tempo lunghissimo. Anche se uno dei maggiori rimpianti che mi porterò dietro è quello di non aver potuto leggere tutti i libri che avrei voluto”: in realtà il libro di Bianca Pitzorno DONNA CON LIBRO, appena pubblicato nei saggi Salani, in occasione dei 160 anni della casa editrice, è molte cose come le tante letture che ci offre un’opera letteraria. Così possiamo leggerlo come un romanzo di formazione anche attraverso i libri ma soprattutto il rapporto con i lettori; come la storia di una lettrice e scrittrice di talento; come uno spaccato di storia italiana, a partire dal dopoguerra; come un catalogo ragionato e appassionato di consigli di lettura. Ognuno potrà magari trovare altre strade all’interno di questo autoritratto con libri. Che prende il via da una bambina attratta sin da piccola dalla pagina scritta e che cresce in una famiglia dove non mancano i libri ma soprattutto sono più o meno tutti appassionati lettori. Tanto che la libertà e la condivisione di lettura vissuta in famiglia diventa quasi un ostacolo nel rigido ordinamento scolastico. Via via Bianca Pitzorno racconta i suoi incontri letterari che si intersecano con il suo percorso di vita. Ed è molto interessante vedere il meccanismo di reciproca ispirazione e identificazione che si innesca: da una parte la lettura dà alla giovane Bianca diversi punti di vista e nuove consapevolezze anche riguardo a come relazionarsi con il mondo degli adulti; dall’altra, la visione della realtà serve da cartina di tornasole per il modo in cui scrittrici e scrittori rappresentano il mondo. Così si aprono innumerevoli prospettive, non solo di lettura, perché in questa autobiografia di lettrice non mancano neppure quelli che non amano leggere. Perché, molto probabilmente non hanno scoperto “la bellezza del conoscere e del partecipare, sia pure astrattamente, ad altre vite”.

Simonetta Bitasi