Il libro della forma e del vuoto

“Che cos’è una storia prima che diventi parole? Nuda esperienza potrebbe rispondere un monaco buddhista. Pura presenza. La sensazione, fugace e inafferrabile, di essere un ragazzo, di perdere un padre. In quanto libri, non è una sensazione che conosciamo. L’unica cosa che conosciamo sono i pensieri che sorgono sulla scia della nuda esperienza, come ombre, o echi, che danno voce a ciò che non è più. E dopo che questi pensieri diventano parole, e le parole diventano storie, cosa resta della nuda esperienza in sé? Niente, potrebbe dire il monaco. Tutto ciò che rimane è la storia, come un esoscheletro dopo la muta o un guscio vuoto”: un ragazzino, una biblioteca, una casa piena di cose, un tempio buddhista, tante le storie che si intrecciano nel nuovo libro della scrittrice canadese Ruth Ozeki. IL LIBRO DELLA FORMA E DEL VUOTO è infatti un viaggio coinvolgente che trascina il lettore nell’esistenza di Benny, un ragazzino di tredici anni, che ha perso il padre in un incidente paradossale e subisce il disorientamento della madre. A un certo punto percepisce le voci degli oggetti che lo circondano, ne sente sentimenti ed emozioni, non riesce a regolare il flusso dei suoi pensieri. Nello stesso tempo la madre cerca conforto proprio negli oggetti, li accoglie in casa, li accudisce, li colleziona. L’unico luogo in cui Benny sente placarsi il rumore delle voci è la biblioteca pubblica dove incontra i suoi unici amici. Il romanzo di Ruth Ozeki è una ben orchestrata polifonia di voci, un dialogo continuo tra essere e avere, ordine e disordine, reale e immaginario, materialismo e spiritualità. L’autrice racconta il nostro mondo senza drastici giudizi ma con poesia ed ironia insieme, attivando al massimo la sua grande capacità affabulatoria. Sono tantissime le domande e tanti i filoni narrativi, dal valore della lettura al disagio mentale, dai cambiamenti climatici alla rivoluzione del digitale, dalla forza delle parole alla magia dell’innamoramento e dell’amore. Una lettura profonda e appassionante, piena delle voci degli scrittori e dei filosofi, con in sottofondo la musica jazz.

Simonetta Bitasi