“Un libro sul Nulla, il mondo delle cose che potrebbero essere e non sono… E del resto pensi ad architettura musica danza canto: il vuoto, il nulla è l’indispensabile atto di sospensione che accompagna il movimento, il flusso. È necessario al tutto. Tutto inizia col Nulla e si conclude nel Nulla. Cosa vi è di più tangibile del Nulla?”: dopo vent’ anni dalla prima inchiesta e diciannove avventure, Hans Tuzzi licenzia Norberto Melis. Ci sono stati molti cambiamenti nella vita del commissario milanese, divenuto poi dirigente. Ora ha addirittura lasciato la polizia e anticipato la pensione anche in seguito alla perdita dei suoi riferimenti affettivi, ma soprattutto profondamente deluso dal sistema e dalla politica. Viene però ingaggiato come investigatore da un influente funzionario statale e facendosi passare per un giornalista sulle tracce di un delitto irrisolto si ritrova in una città di provincia del Triveneto dove otto anni prima è stata uccisa una diciannovenne nella casa dove faceva la babysitter. Al di dell’indagine, come sempre intrigante e precisa, il romanzo ancora una volta conferma come Hans Tuzzi sia un grande scrittore che punta come sempre in alto con tutte le armi letterarie possibili. Il romanzo è un concentrato e una giostra di riferimenti di tutti i generi con una lingua raffinata ed efficace e sembra riassumere la declinazione delle tante anime di Hans Tuzzi, compresa quella umoristica. Tante citazioni e riflessioni, dalla letteratura alla musica, dalla storia alla politica a comporre anche uno spaccato impietoso ma vero del nostro Paese. Che non risparmia le grandi capitali del potere come Roma e Milano ma neppure la provincia. È qui infatti che cade ogni illusione, l’idea del ritorno a un’esistenza idealmente più umana, mentre in realtà potere e sete di denaro non hanno purtroppo confini geografici. Tutto questo in un giallo riuscito dove Tuzzi non trascura nessun personaggio della trama. Che tra loro si nasconda il protagonista di una nuova serie?
Simonetta Bitasi