Biblioteche scolastiche e territorio

Cooperazione tra biblioteche

Non esistono biblioteche scolastiche o biblioteche pubbliche senza un rapporto stretto, intenso, codificato e formalizzato con il territorio, nel senso che la biblioteca stessa vive della cooperazione con il territorio.

La relazione territoriale tra le biblioteche si estrinseca su due direttrici principali: il legame interno tra le biblioteche scolastiche stesse e la connessione delle biblioteche scolastiche con le biblioteche pubbliche comunali.

I rapporti di cooperazione che si instaurano tra le biblioteche ne determinano a priori l’organizzazione, i servizi, lo sviluppo, la capacità di consolidarsi ed evolvere nel tempo e durare. 

Una biblioteca scolastica isolata è un organismo fragile, non dipendente da necessità o obblighi di carattere didattico, con limitate potenzialità di impatto sulla comunità studentesca.

Rete

Le biblioteche scolastiche devono quindi, prima di pensare alla propria forma e alla propria identità singola, alla costruzione di un rapporto di rete formale, solido, ben codificato, quindi stabile con le altre biblioteche scolastiche del loro territorio.

La vita di una biblioteca si basa in maniera molto stretta, in maniera imprescindibile sul lavoro di rete, su quella che si chiama la cooperazione bibliotecaria.

Pianificazione

La biblioteca non è un evento e non è un progetto. La biblioteca è un organismo che cresce, deve maturare un proprio modo di evolvere, aggiornarsi e sostenere costamente il cambiamento, una visione del proprio ruolo che non si sviluppa in base ad una programmazione di breve o medio termine o temporanea, ma in base ad una prospettiva che non ha di fatto termine. Questo è un concetto chiave: immaginate un mondo senza biblioteche: non esisterebbe memoria della civiltà.

Quindi le biblioteche sono un fattore fondante della civiltà. E quando lavoriamo su una biblioteca per piccola che sia, noi dobbiamo sempre tenere presente che stiamo lavorando su un’istituzione che non ha una data di scadenza. 

Quindi l’elemento della pianificazione non è un elemento secondario o prescindibile. È l’elemento da cui si deve partire quando si progettano le fondamenta della biblioteca pubblica.

L’elemento della pianificazione e quello della rete sono costitutivamente interdipendenti, non esiste l’uno senza l’altro. L’uno deve essere pensato e determinato in base all’ altro.

Cosa serve per costruire una biblioteca

Gli elementi essenziali per una biblioteca:

  • Catalogo
  • Personale bibliotecario
  • Sede
  • Raccolta di libri
  • Lettori

Catalogo

Il catalogo di una biblioteca non potrà mai e comunque essere il catalogo della biblioteca singola. Oggi i cataloghi sono solo ed esclusivamente cataloghi collettivi, quindi cataloghi di più biblioteche che hanno deciso di cooperare per creare un catalogo collettivo, un catalogo di insieme che comprenda i patrimoni di tutte le biblioteche coinvolte. 

Come costruire un catalogo?

Il primo passaggio da fare è quello di costruire una rete di cooperazione tra le biblioteche che lavorano sullo stesso territorio e che hanno lo stesso livello di coordinamento. Questo per arrivare al risultato di avere un unico catalogo per tutte le biblioteche scolastiche del territorio. 

A questo punto diventa indispensabile interfacciarsi con le biblioteche di pubblica lettura, perché ovviamente la scuola non è portatrice di una competenza specifica che riguarda la catalogazione e la costruzione di un catalogo bibliografico

  1. Il metodo più semplice per le biblioteche scolastiche è entrare a far parte integrante del catalogo collettivo delle biblioteche pubbliche comunali. Quello che è certo è che gli Istituti scolastici, troveranno a loro disposizione un catalogo collettivo delle biblioteche pubbliche comunali già costituito.

PRO

L’utente della biblioteca scolastica potrà disporre con immediatezza e fluidità delle collezioni e del sistema di ricerca e prestito delle biblioteche comunali. 

CONTRO

In questo modo le biblioteche scolastiche non avranno una identità bibliografica specifica, perché i loro patrimoni saranno comunque inclusi nel contesto più ampio delle biblioteche pubbliche territoriali.

2. Un altro tipo di percorso è quello di costruire ex novo un catalogo, che abbia un’identità parallela, dialogante ed interoperabile con il catalogo delle biblioteche di pubblica lettura, basandosi su un software omologo.  Ex novo o catalogazione derivata?

Le biblioteche scolastiche devono scegliere il software di gestione in accordo con le biblioteche pubbliche, di modo che, in base ad una precisa pianificazione, sia progettato sin dall’inizio che i percorsi dei due cataloghi ad un certo punto arriveranno a convergere. Ed è quello che abbiamo fatto qui a Mantova. Abbiamo creato due cataloghi paralleli, entrambi su Clavis che in questo momento sono separati e hanno metodologie di catalogazione diverse, ma che un giorno arriveranno in qualche modo a toccarsi.

Chi si occupa della catalogazione?

  • Può essere personale interno della scuola incaricato e formato, cosa che non presenta particolari problemi né particolari costi se si costruisce l’alleanza con le biblioteche pubbliche comunali.
  • L’altra strada prevede il coinvolgimento dei ragazzi con i Pcto

La Sede

La sede è l’elemento su cui incide di più il fattore pianificazione. Perché è il tipo di investimento meno flessibile, più pesante perché comporta quella che negli enti pubblici, e non solo, si caratterizza come una spesa di investimento. 

Naturalmente può essere un ambiente preciso ed identificato all’interno della scuola che sia battezzato come biblioteca scolastica; ma si può parlare benissimo anche di biblioteca diffusa lungo i corridoi.

Naturalmente bisogna individuare modalità di gestione diverse a seconda dell’ambiente, delle modalità, dei tipi di arredo e di attrezzature diverse, a seconda del modello di biblioteca scolastica che si intende adottare.

Nell’ambito della pianificazione di una biblioteca scolastica bisogna prima di tutto tener conto della progettazione funzionale degli ambienti.

Gli spazi della biblioteca scolastica devono essere componibili, versatili, assemblabili, flessibili per permettere più tipi di attività negli stessi ambienti come attività di laboratorio, attività di sala studio, attività di riunione, attività di team e compiti fatti insieme. Ciascuna di queste diverse attività può essere programmata e eseguibile nello stesso spazio. Questa è una biblioteca.

Le figure chiave attorno alle quali si costruisce il progetto funzionale e architettonico della biblioteca:

  • Referente bibliotecario interno: nel caso di una biblioteca scolastica dovremo identificare come il docente bibliotecario oppure il bibliotecario incaricato dalla scuola come figura professionale di riferimento per la biblioteca scolastica
  • Architetto
  • Consulente biblioteconomico: E’ un bibliotecario esperto che interviene sulla progettazione degli ambienti con una prospettiva diversa rispetto al referente interno.

Cinque concetti chiave sulla organizzazione funzionale e logistica della biblioteca:

  1. Serendipity (idee, ispirazione, narrazione): la biblioteca deve essere occasione di ispirazione, in grado di farti venire delle idee
  2. Apprendimento (scoperta, formazione, alfabetizzazione): la biblioteca deve essere a supporto di attività di studio formali e informali
  3. Persone (incontro, socializzazione, partecipazione)
  4. Esperienza (co-creazione, interazione, coinvolgimento): la biblioteca deve diventare uno spazio esperienziale
  5. Creatività (gioco, innovazione, sperimentazione) : corsi per il tempo libero, attività ludiche, suonare musica, videomaking, scrittura creativa, arti visive, progettare siti web, fablab

Raccolta di libri

E’ fondamentale la valutazione della raccolta di origine.

E’ necessaria una valutazione di carattere professionale del nucleo di libri da cui partire per costruire la biblioteca scolastica e di fare un ragionamento, nel senso della pianificazione, di come andrà costruito il nuovo patrimonio della biblioteca.

Non si può pensare di costruire una biblioteca scolastica che si basi esclusivamente sul patrimonio preesistente. Dev’essere assolutamente pensata anche la modalità continuativa e delle risorse continuative, in base alla quale la biblioteca continuerà ad aggiornarsi e a mantenere vivo il suo patrimonio. 

L’organizzazione dei servizi

Uno o più docenti-bibliotecari referenti, con capacità decisionale sulle questioni di gestione: fattore indispensabile discriminante per i rapporti con le biblioteche partner per concorrere all’uniformità dell’offerta.

Pianificare le risorse umane in funzione della continuità

Promozione e comunicazione

GESTIONE DELLA BIBLIOTECA

Sino ad ora abbiamo affrontato l’articolazione dell’entità biblioteca dal punto di vista del progetto e della sua corretta scansione concettuale e metodologica, oggi ribalteremo la prospettiva: vediamo cosa succede nella realtà quando il progetto della biblioteca si traduce in realtà, passo per passo, in maniera non soltanto concreta, ma empirica ed esperienziale.

Per questo ci caleremo in una situazione reale a suo modo paradigmatica a cui far riferimento: immaginiamo la biblioteca scolastica di un istituto comprensivo, costituita da ca. 4.000 volumi complessivi, 1.000 ca. rivolti alle classi della scuola primaria, 2.000 ca. destinati alla secondaria di primo grado, qualche centinaia di libri indirizzati ai docenti, tra i quali saggi, didattica e qualche rivista.

La raccolta dei libri si è stratificata negli anni grazie a donazioni, progetti singoli a cui l’istitituto ha aderito (io leggo perché etc.), piccoli budget saltuari; non c’è un piano delle acquisizioni, non c’è personale docente specificamente dedicato alla gestione della biblioteca, il servizio di prestito si basa sul volontariato dei singoli insegnanti.

RIPRENDIAMO I NOSTRI CONCETTI DI BASE:

  • Catalogo
  • Personale bibliotecario
  • Sede
  • Raccolta di libri
  • Lettori

RETE @ PIANIFICAZIONE

1. IL CATALOGO

Per fare il catalogo si inizia dallo scarto.

VALUTAZIONE DELLA RACCOLTA LIBRARIA: -> LIVELLO DI OBSOLESCENZA -> COERENZA INTERNA DELLA RACCOLTA -> STATO DI CONSERVAZIONE -> CRITERI “SMUSI”

S = scorretto

M = mediocre

U = usurato

S = superato

I = inappropriato

Prima di affrontare i temi relativi alla scelta del software ed alle procedure di catalogazione, occorre studiare la logistica delle raccolte (sezioni, generi, classi, fasce d’età). La logistica delle raccolte è in rapporto diretto con la logistica degli arredi e la logistica generale degli spazi funzionali della biblioteca. Tutti e tre i fattori costituiranno sempre le variabili indipendenti della vita della biblioteca, caratterizzate da una interdipendenza costitutiva. Sezioni, generi, classi e fasce d’età determinano i criteri di collocazione indispensabili per impostare il lavoro che il software dovrà svolgere e la configurazione della raccolta a scaffale aperto.

I criteri di collocazione determinano il modo in cui la biblioteca sarà fruita e ne determinano le sue linee di accrescimento, per questo sono fondamentali. Esistono diversi, tutti validi e personalizzabili, l’importante è che siano LEGGIBILI DA PARTE DELL’UTENTE IN MODO INTUITIVO E UNIFORMI SEMANTICAMENTE.

SEZIONE> COLLOCAZIONE > SPECIFICAZIONE

Abbiamo fatto lo scarto, abbiamo determinato i criteri di collocazione, dobbiamo scegliere il software: è molto più facile di quanto si può credere: deve essere un software di rete, in grado di produrre un catalogo collettivo di tutte le biblioteche cooperanti, interoperabile e possibilmente allineato con le scelte operate dalle biblioteche comunali, in grado soprattutto di consentire l’importazione dei dati catalografici da database terzi (SBN, catalogo collettivo locale delle biblioteche comunali).

Il “recupero del pregresso”, o catalogazione retrospettiva, come si chiamava sul finire degli anni 90, non è più attuato mediante catalogazione ex-novo, ma attingendo a cataloghi collettivi professionali già costituiti.

Entriamo ora nel primo aspetto critico del processo di gestione: chi curerà il corretto inserimento dei dati per la creazione del catalogo? … Non ci sono soluzioni predeterminate:

  • Personale docente incaricato e formato;
  • Ragazzi del PCTO dopo un corretto percorso formativo;
  • Studenti formati in base a progetti scolastici specifici;
  • Catalogatori professionali incaricati;
  • Bibliotecari professionali in base ad accordi con il comune o con il sistema bibliotecario locale;
  • Tirocinii a vario titolo (universitari o corsi di specializzazione biblioteconomici);
  • NO VOLONTARI

“Una biblioteca non si crea con la bacchetta magica”, occorre un progetto e una volontà condivisa. Il processo può richiedere anche molto tempo se le risorse sono intermittenti. L’aspetto fondamentale è la PARTECIPAZIONE E IL PROTAGONISMO DELLA POPOLAZIONE STUDENTESCA. Una volta ingaggiati, l’entusiamo dei giovani è travolgente. Gli studenti amano la loro biblioteca, una volta che sono attivamente coinvolti.

Quando siamo partiti con il catalogo non pensavamo ad altro, d’altronde un catalogo professionale è la prima e fondamentale garanzia dell’esistenza e della continuità della biblioteca. Mentre procede la costruzione del catalogo ci rendiamo immediatamente conto che è necessario maturare un piano d’azione parallelo si indirizza su due direttrici:

  • come il patrimonio della biblioteca potrà essere aggiornato costantemente;
  • come rinnovare gli arredi per superare l’insuperabile ostacolo posto da grigi armadi o scansie di riuso tra l’alunno e il libro. Questo è un concetto fondamentale: UN AMBIENTE DIFFICILE O SGRADEVOLE E’ UN VERO E PROPRIO OSTACOLO CHE NOI FRAPPONIAMO TRA LO STUDENTE E LA LETTURA. DOBBIAMO CREARE LE CONDIZIONI AMBIENTALI PERCHE’ SCOPRIRE IL LIBRO SIA UNA ESPERIENZA FACILE E GRADEVOLE, NON UN PROIBITIVO PERCORSO AD OSTACOLI, O SAREMO NOI I PRIMI AD ALLONTANARE I GIOVANI DAI LIBRI.

Siamo ancora indietro con il catalogo quindi pensiamo agli spazi, per una breve ricapitolazione riprendiamo alcuni concetti:

“Gli spazi della biblioteca scolastica devono essere componibili, versatili, assemblabili, flessibili per permettere più tipi di attività negli stessi ambienti come attività di laboratorio, attività di sala studio, attività di riunione, attività di team e compiti fatti insieme. Ciascuna di queste diverse attività può essere programmata e eseguibile nello stesso spazio. Questa è una biblioteca.

NON DIMENTICHIAMO LA FONDAMENTALE FUNZIONE DI UNA SALA DI LETTURA LIBERA. SE DEDICHIAMO UNO SPAZIO SPECIFICO DELLA SCUOLA ALLA LETTURA RICREATIVA, LEGITTIMIAMO, INCORAGGIAMO, RAFFORZIAMO, VALORIZZIAMO CIO’ CHE IN MOLTI CASI E’ PERCEPITO DAGLI STUDENTI STESSI COME UN TEMPO SOTTRATTO ALLO STUDIO. Ma potrebbero avvicinarsi a Freud o alla teoria quantistica, non possiamo saperlo fino a ché non siamo noi a creare per loro la legittima opportunità.

Bene, come procediamo? E’ chiaro che non disponiamo delle risorse economiche, siamo in Italia non in Danimarca, ma se non abbiamo un progetto non le otteremo mai. Bisogna individuare gli spazi, disegnare le aree funzionali, contattare le ditte di arredo specializzate che siano disponibili a mettere su carta e preventivare un progetto di arredo compiuto. ABBIAMO ORA UN PIANO. La biblioteca scolastica è una cosa buona e utile ed è dimostrato statisticamente che il rendimento scolastico migliora sostanzialmente in presenza di una buona biblioteca. Peraltro, la biblioteca è strumento fondamentale di inclusione e contribuisce in maniera altrettanto sostanziale a facilitare il percorso scolastico degli studenti che non dispongono di un background culturale famigliare. Se avete in mano un buon progetto, nessuno potrà ignorarlo per lungo tempo. Se avete in mano un progetto di arredo che è già un preventivo avrete il vantaggio di poterlo realizzare “a step”, passo a passo in momenti programmati successivi.

Naturalmente, con un buon progetto in mano, sarà molto più facile ottenere finanziamenti pubblici o privati.

CHIEDETE AGLI STUDENTI COME IMMAGINANO LA LORO BIBLIOTECA. SI APPASSIONERANNO.

BENE. Abbiamo quasi finito la catalogazione e abbiamo in mano un progetto di rinnovo. La nostra biblioteca sta per nascere. Gli studenti hanno partecipato alla catalogazione e alla progettazione, ora vogliono il loro “spazio terzo”, appartenente a quella istituzione così importante per loro che è la scuola, e diverso dalla stanza di casa dove hanno solo i social network per distrarsi dallo studio.

Si pongono inesorabilmente alla nostra attenzione le questioni che sino ad ora abbiamo procrastinato pensando all’obiettivo generale:

  • Come approvvigioneremo con continuità di buoni libri nuovi la nostra biblioteca in assenza di risorse economiche certe?
  • Che servizi offriremo e per quali pubblici?
  • Quali attività organizzare per far vivere la biblioteca come catalizzatore di socialità culturale della scuola?

Il tutto viene a dipendere dalla vera variabile indipendente:

CHI SARA’ A CAPO DELLA BIBLIOTECA E CHE RISORSE AVRA’ A DISPOSIZIONE?

Non illudiamoci. Solitamente si arriva molto vicini all’inaugurazione senza che questo decisivo elemento sia chiaro o definito. Molti hanno lavorato, le aspettative sono ineludibili. Ma cosa fare quando la biblioteca esisterà è tutt’altra cosa. La ragione è semplice: non esiste ancora una figura specifica riconosciuta di docente-bibliotecario. Molti pensano che basti avere una raccolta di libri in ordine e un catalogo per avere una biblioteca. Ma non è così, la biblioteca è un organismo che vive e cresce, testimonia, tiene memoria, organizza, progetta – autonomamente, collaborativamente ed interdisciplinarmente – e ha bisogno di figure professionali che se ne prendano cura, prima di tutto di un responsabile, che sia in grado di ingaggiare e attivare le energie culturali dei giovani, che sono tante e spesso sottovalutate, di mettersi in relazione con le biblioteche comunali.

Ma a questo punto del progetto nessuno si può dare per vinto. Si è passato molto spesso un punto di non ritorno. E la chiave di volta risiede nei fruitori della biblioteca, nel livello di partecipazione e di protagonismo che sarà loro concesso. Una volta avviato, il processo di “bibliotecaformazione” coinvolge gli studenti nella scelta dei libri per la loro biblioteca, sui temi dell’agenda 2030, sulla digital literacy, sulla parità di genere e su mille altri temi. Nessun istituto potrà mai negare iniziative di questo genere finalizzate alla cittadinanza attiva e all’educazione civica attraverso la biblioteca ed il libro, analogico o digitale, per qualsiasi fascia di età. Divenendo progetti scolastici convoglieranno risorse sulla crescita e l’aggiornamento del patrimonio della biblioteca. Da qui possono nascere gruppi di lettura, scolastici o indipendenti, incontri con gli autori, online o in presenza, e da qui sviluppare blog culturali, contenuti sempre più articolati, autentici e personali che consentano loro di astrarsi dal dominio alienante dei social media commerciali. In fondo, a ben vedere, una biblioteca è un social media fisico, pubblico, gratuito, culturale. Se sarà compresa visione, e quello è compito nostro, nessuna scuola potrà rinunciare alla propria biblioteca. Ma se si vuole arrivare qui, bisogna partire dal catalogo.

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